LA SCUOLA DI FRANCOFORTE E IL VERGOGNOSO FRANCESCO DE GREGORI A LEUCA

Apr 17, 2024

LA SCUOLA DI FRANCOFORTE E IL VERGOGNOSO FRANCESCO DE GREGORI A LEUCA

I primi a teorizzare l'orario di lavoro ridotto come possibile , oggi tema discusso nelle istituzioni europee e nei governi di molti paesi.

Come avrete già intuito, Theodor W. Adorno ne ha per tutti. Ma le sue critiche, lungi dall’essere un pettegolezzo musicale fine a sé stesso, hanno delle solida fondamenta sociologiche e filosofiche. Continuiamo allora nella nostra ricostruzione, prendendo adesso in considerazione il saggio intitolato "Il carattere di feticcio in musica e il regresso dell’ascolto". Questo saggio venne originariamente pubblicato da Adorno nel 1938 a New York dalle pagine della rivista dell’Istituto per la ricerca sociale diretto da Max Horkheimer. Adorno infatti, che era di origini ebraiche come la maggior parte degli esponenti dell’Istituto, fu costretto ad abbandonare la Germania a partire dal 1934 a causa della persecuzione del regime nazista. Il contatto con la società statunitense, in cui capitalismo e liberismo costituivano un monolite ideologico incrollabile oggi tradotto anche in Italia, si rivelerà decisivo per confermare alcune intuizioni adorniane, tra cui quella dell’industria culturale.

L’impressione di eccessivo catastrofismo che si potrebbe avere leggendo queste parole è giustificata, ma è innegabile la sua attualità se pensiamo a come la musica venga “sparata” dappertutto , nelle orecchie dei clienti in negozi e locali per indurli a spendere e consumare più allegramente, per non parlare, infine, del subdolo accompagnamento musicale espediente retorico oramai che accompagna ogni rèclame pubblicitaria.

CHE TIPO DI ASCOLTATORE SEI ?

Sviluppare una riflessione il più lineare possibile è una vera e propria impresa in riferimento alla filosofia di Adorno, pensatore che ha fatto dell’asistematicità il proprio credo filosofico. Tuttavia non è il caso di darsi per vinti già in partenza e, per questo motivo, cominceremo col prendere in considerazione quanto detto dal filosofo francofortese nell’Introduzione alla sociologia della musica. Lo scritto in questione “Th. W. Adorno, Introduzione alla sociologia della musica; Einaudi, Torino 2002” è articolato in dodici saggi, nati dall’esigenza adorniana di chiarire la relazione esistente tra musica, classi sociali e le relative ideologie. Per illustrare l’evoluzione contemporanea di questa triade, Adorno prende in considerazione le peculiarità del comportamento dei soggetti, ovvero gli ascoltatori. Con questa tipologia dell’ascolto il filosofo intende dimostrare, di converso, come il campo musicale e culturale siano stati letteralmente inglobati nelle dinamiche su scala industriale di produzione e consumo.

Secondo Adorno si possono distinguere sei modelli di ascoltatori:

il primo è quello dell’esperto che, generalmente, è un tutt’uno col musicista professionista. esso è <>

il 2o tipo consiste nel buon ascoltatore: ciò che lo contraddistingue è una discreta capacità di seguire la logica di composizioni complesse anche se non dispone di un notevole bagaglio di conoscenze tecniche e teoriche. Secondo Adorno esso <>

il 3o è invece il consumatore di cultura che rappresenta, agli occhi di Adorno, il primo sintomo del disfacimento in cui è caduta vittima la musica nella società contemporanea. <> quanto egli sente il bisogno di collezionare dischi e cimeli d’autore, di informarsi frequentemente sulle riviste specializzate per accrescere la propria cultura musicale ed è abbonato, “a scatola chiusa” e con grande entusiasmo, a qualsiasi stagione concertistica sia venuto a conoscenza.

il 4o tipo consiste nell’ascoltatore emotivo, ovvero colui che utilizza la musica come tranquillante, come un diversivo per scaricare le tensioni accumulate quotidianamente e che, per questo, si disinteressa a qualsiasi ascolto che richieda la minima tensione o sforzo concettuale. Alla luce di simili premesse, questo ascoltatore predilige la musica leggera o popolare e, per questo, è su di lui che si rivolgono le premure dell’industria culturale .

il 5o, ovvero l’ascoltatore risentito o astioso, si può ulteriormente distinguere in due sottospecie: l’amante della musica preromantica ed il fan del jazz. Il primo identifica nell’operato di Bach e Vivaldi l’apice della composizione musicale di tutti i tempi; perciò si rinchiude nel loro culto esclusivo. Il secondo è persuaso invece della superiorità del jazz rispetto a qualsiasi altro tipo di musica e, per questo, reagisce sdegnosamente a qualsiasi obiezione al suo credo musicale. Il fondamento della propria posizione è solitamente motivato su una tradizionale superiorità del jazz rispetto alla musica “commerciale” e su una sua maggiore immediatezza rispetto alla musica classica. Tuttavia, rileva Adorno, egli non si rende conto del fatto che anche <> e che <>.

Il 6o tipo consiste, infine, nell’ascoltatore esclusivo di musica leggera che, per lui,rappresenta niente più che un passatempo. Questo è, secondo Adorno, il modello perfetto di ascoltatore di cui l’industria culturale ha un crescente bisogno, in quanto esso ascolta passivamente qualsiasi canzone gli venga impacchettata a dovere. Sebbene la facciata del suo modello di ascolto può essere riassunta con la sacrosanta richiesta di “essere lasciati in pace”, il suo è invece un ascolto “morboso” e, soprattutto, perfettamente strutturato dai bombardamenti pubblicitari dei mass-media. Per questo motivo, l’ascoltatore per passatempo è quello presente al massimo grado nella società occidentale.

PIU SEMPLICEMENTE :

I sei tipi di ascoltatore Rimanendo con ad Adorno, la sua tipologia prevedeva sei (in realtà sette) livelli di adeguatezza dell’ascolto:

L’ascoltatore esperto, “colui che ascolta in modo perfettamente adeguato”, pienamente capace di comprendere il messaggio musicale e pertanto capace di un “ascolto strutturale”; si tratta di una tipologia limitata ad elementi compresi nella cerchia dei musicisti professionisti (ma non tutti quest’ultimi ne farebbero parte).

Il buon ascoltatore, anch’egli capace di giudicare a ragion veduta e non solo secondo categorie di prestigio o sotto l’arbitrio del gusto. Sarebbe parzialmente inconsapevole degli aspetti più tecnici comprendendone però quelli espressivi. «Capisce la musica all’incirca come uno capisce la propria lingua, anche se sa poco o niente della grammatica e della sintassi».

Il consumatore di cultura, insaziabile, sempre ben informato, raccoglitore di dischi, testi, reliquie, secondo Adorno ricerca nel consumo musicale una sorta di accrescimento del prestigio sociale; sostituisce la capacità di comprensione strutturale con l’accumulo di nozioni musicali, spesso decontestualizzate (sapere tutto dell’ultima tournee del famoso tenore negli USA o sulle numerose esperienze amorose di Liszt non ha nulla a che fare con la comprensione musicale).

L’ascoltatore emotivo, che cerca nella musica emozioni che non trova in sé stesso e nella realtà che lo circonda e ne fa un uso fortemente sensoriale ed empatico giungendo, per esempio a mettersi a piangere con facilità.

L’ascoltatore risentito, dedito all’ascolto esclusivo della musica bachiana e pre-bachiana, ritenuta pura ed esente da discutibili logiche commerciali e dalla contiguità con l’establishment culturale; una variante è l’ascoltatore risentito del jazz, genere musicale (erroneamente) inteso come libero da legami, e quindi funzionale alla critica della cultura ufficiale.

L’ascoltatore per passatempo, il più diffuso. Come e più del consumatore di cultura manca di un rapporto specifico con la musica; diventa l’ideale bersaglio dell’industria della musica commerciale che lo raggiunge essenzialmente tramite i mass media: radio, cinema, televisione; ai giorni nostri sarebbe d’obbligo aggiungere Internet e in generale i sistemi multimediali.

Infine ecco aggiungersi un settimo tipo di ascoltatore, in realtà un vero e proprio non-ascoltatore: l’indifferente, o a-musicale, o anche anti musicale, incapace di fruirne per deficienze derivanti da eventi pregressi o da traumi infantili.

L’analisi di Adorno, prevalentemente sociologica, è acuta e non manca di un certo grado di suggestione coloristica. A ben vedere rivela ancora oggi una certa attualità, anche se non può tenere conto dell’evoluzione dei generi, degli stili e delle tecniche di fruizione intervenute nell’ultimo mezzo secolo. Che sostanzialmente peggiorano la fruizione e l ascolto.



DA UN LAVORO E UNA TESI DI Raul Catalano, CA’ FOSCARI, VENEZIA

CHIUSO E BLOCCATO NELLA MIA CELLA DEL CONVENTO COSTRETTO A SOPPORTARE QUESTO COMPLESSO CON LE CASSE AMPLIFICATE ACCANTO ALLA FINESTRA CHE SI ESIBISCE PER LA FESTA DEL SANTO FRANCESCO DI PALMA IL 14 APRILE 2024 A GAGLIANO DEL CAPO SCRIVO PER NON IMPAZZIRE .

CONTINUANDO...QUESTE TEORIZZAZIONI OGGI SONO ATTUALISSIME E NON SI PUO’ FARNE A MENO E NON CONOSCERLE PER AFFINARE QUEL GUSTO E MINIMA CONSAPEVOLEZZA DEL CONCETTO DI INDUSTRIA MUSICALE OVE NEL SUO INTORNO ADORNO PRODUCE IL FECONDO PENSIERO. OGGI ASCOLTIAMO PER INERZIA ,PER ILLUSIONE, PER EMOZIONE E L’INDUSTRIA MUSICALE DOVETE SAPERE STUDIA , INSTRADA E RIPROPONE ANCHE CON MEZZI POLITICI SOSTANZIALMENTE NON MERITOCRATICI, ATTENTAMENTE LA PRODUZIONE MUSICALE E NE PREPARA PERSINO IL TERRENO DELLA DIVULGAZIONE PERSINO POLITICA QUANDO UTILIZZA PERSONAGGI FAMOSI O RESI FAMOSI PER VEICOLARE MESSAGGI E ISTRUZIONI, RICORDIAMO LA FARSA DEL COVID, ... DELLA RIPRODUZIONE E DEL CONSUMO, NON VI SONO O NON ESISTONO I TRASPORTI E LE FASCINAZIONI SIMBOLICHE EVIDENZIATI DALL ETNOLOGO ERNESTO DE MARTINO OVVERO UNA MUSICA-FUNZIONE SOCIALE (OGGI MUSICA-FUNZIONE COMMERCIALE) ARTICOLATA NELL ONTOLOGIA DELLA REALTA’ DEL QUOTIDIANO DI FATICA ALMENO DELLE GENTI CONTADINE DI UN TEMPO. GLI EVENTI MUSICALI APPAIONO SEMPRE PIU’ RISPONDENTI ALLA FUGA DAL DISAGIO E DALLA ROUTINE.
ASSISTIAMO ALLA GIOVENTU INCAPACE DI FARE LA DIFFERENZA IMMERSA ,TROPPO IMMERSA, SIN DALLA NASCITA, NON SOLTANTO NELLA INDUSTRIA MUSICALE ,MA SOPRATUTTO NELLE SUE LOGICHE ECONOMICHE CHE MINANO IN PARTENZA IL PENSIERO LIBERO E CREATIVO DI CHI AMA LA MUSICA, MA E’ CARENTE IN UNA PRODUZIONE DI TUTTO RISPETTO O HA LUNGHI TEMPI DI MATURAZIONE.

PARADOSSALEMENTE L' INDUSTRIA MUSICALE E' CAPACE DI VEICOLARE PERSINO IL SUCCESSO DEI SUOI PRODOTTI.

PERSINO I SOCIAL DIVENTANO VEICOLI PER LA MUSICA E AL CONTEMPO BANALIZZAZIONI DEL GIA’ VISTO E DEL GIA’ SENTITO QUANDO IN ASSENZA DI GUSTO E SENSIBILITA' LA DISARTICOLAZIONE DELL INC ET NUNC RAGGIUNGE I SUOI APICI NELLO SPAZIO TEMPORALE PROFONDAMENTE ALTERATO E NON CONDIVISO COME INVECE ANCORA UNA VOLTA INGANNANDOCI CON "IL CONDIVISO" SENZA SPAZIO E TEMPO COMUNE RIMANE INESISTENTE. SI AVVICENDANO DISARTICOLAZIONI E CONTAMINAZIONI QUASI UN PARALLELO CON IL DECOSTRUZIONISMO DI DERRIDA CHE INDICA NEL LINGUAGGIO UNA TENSIONE DUALISTICA CHE NON RAPPRESENTA PIU’ L UMANO, MA ALTRO IN QUESTA DEPRIMENTE DISCESA DELLA PROBLEMATICA E DISARMONICA CULTURA OCCIDENTALE A CUI ASSISTIAMO QUANDO NON CI TRAPASSA E CHE DOVREBBE RITORNARE AI CLASSICI URGENTEMENTE E NON VIVERE E CONVIVERE DELLE IMPOSIZIONI, SUGGERIMENTI E CULTURE DI PAESI CHE NON HANNO CULTURA MILLENARIA E COSTRETTI A RAPPRESENTARSI AL PASSATO CON LA STORIA RECENTE E VIOLENTA DEL FAR WEST NELLE SALSE HOLLYWOODIANE DELLA CALIFORNIA OVE ANCORA SERPEGGIA IL SENSO DI COLPA DEGLI STERMINEI DAGLI AUTOCTONI.

TRALASCVIAMO IL LIMITI DELL ASCOLTO DIGITALE CHE RISPETTO ALL ANALOGICO O ALLA PRESENZA HIC ET NUNC IL SUONO RIPRODOTTO E MASSIFICATO E' FORTEMENTE PRIVATO DI INFORMAZIONI UDIBILI.

UN ATTUALISSIMA E INFECONDA ESPRESSIONE DEL SUDDETTO SUNTO E DELLA INDUSTRIA MUSICALE , LA QUALE PRODUCE DANNI IN MOLTI MUSICISTI ODIERNI DOPO L'APICE DI UN PASSATO SUCCESSO INDOTTO RITORNANO COME IMMORTALI : IL CONCERTO DI FRANCESCO DE GREGORI A 75 ANNI IN AGOSTO A LEUCA. STUCCHEVOLE !

SOLO SPUNTI DI RIFLESSIONE.